La crisi della legittimazione dello stato nazionale moderno: dalla fiducia nel discorso razionale alla tutela dell'incolumità personale

Scamardella, Francesca (2008) La crisi della legittimazione dello stato nazionale moderno: dalla fiducia nel discorso razionale alla tutela dell'incolumità personale. Bollettino telematico di filosofia politica. ISSN 1591-4305

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Abstract

«Insicurezza e incertezza nascono a loro volta da un senso di impotenza: singolarmente, a gruppi o collettivamente, sembriamo avere ormai perso il controllo delle questioni che riguardano le nostre comunità (...). A peggiorare ulteriormente la situazione ci mancano gli strumenti che potrebbero consentire alla nostra politica di ascendere al livello cui è già arrivato il potere (...)». Così scrive Bauman nel suo ultimo volume Paura liquida, ricostruendo la crisi dello Stato moderno che cede i suoi poteri a nuovi network economici, a nuovi organismi auto-legittimantisi, emblemi della globalizzazione, che non soggiacciono ai limiti regolativi statali. Così facendo lo Stato si svuota dei suoi poteri e delle sue competenze che si trasferiscono in una dimensione transnazionale, con la conseguenza che i processi legislativi non vengono realizzati nelle aule parlamentari, ma sono affidati a governi mutevoli e deboli, che l’economia sfugge ad ogni forma di controllo statale, e che le questioni sociali sono affrontate con strumenti poco efficienti e rimesse alla volontà di pochi. Tali trasformazioni si riflettono sulla legittimazione dello Stato stesso innanzi ai consociati, innescando nuovi meccanismi volti a ricercare nuove ragioni per giustificare l’esercizio del potere statale. Se infatti le democrazie moderne avevano fondato la loro sovranità sulla partecipazione dei cittadini al discorso democratico, ai processi di formazione delle regole nonché alla programmazione delle politiche sociali, insomma alla presenza del cittadino al dibattito politico attraverso formule associazionistiche, attualmente questa forma di legittimazione, basata su una partecipazione razionale, è in crisi, perché il potere e le competenze dello Stato stesso cui il cittadino partecipava sono in crisi. È la sfera pubblica, quella rete di mediazione tra il cittadino e lo Stato, ad essere in crisi: se i Parlamenti non riescono più ad esercitare il loro potere legislativo che è sempre più affidato al potere esecutivo è evidente che i cittadini non possono più contribuire a tale processo pretendendo che le questioni più impellenti trovino adeguato spazio nell’aula parlamentare sino ad essere recepite dalla norma prodotta dall’organo parlamentare. Ed ecco che innanzi a questa liquidità della sfera pubblica (per usare l’espressione baumaniana) lo Stato deve poter legittimare il proprio potere ricorrendo a nuovi espedienti: è l’attuale condizione dell’uomo a fornire nuove ragioni di legittimazione. È l’incertezza in cui l’individuo giace, determinata dalla precarietà, dall’insicurezza, dalla labilità delle relazioni inter-personali e dalla flessibilità di quelle sociali, a legittimare lo Stato. Non è più la partecipazione razionale attraverso la sfera pubblica ma la protezione dell’individuo da fantasmi (veri o falsi che siano) a legittimare l’esercizio del potere statale.

Item Type: Article
Additional Information: Testo originariamente pubblicato sulla versione della rivista che girava su HyperJournal.
Subjects: Dip. Scienze della Politica > Filosofia Politica
Filosofia > Miscellany of philosophy > Filosofia Politica
Filosofia > Modern Western philosophy > Filosofia Politica
Depositing User: Maria Chiara Pievatolo
Date Deposited: 14 Oct 2013 14:56
Last Modified: 16 Oct 2013 20:08
NBN identifier: urn:nbn:it:unipi-11161
URI: https://archiviomarini.sp.unipi.it/id/eprint/542

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