Tetradrakmaton

Il processo a Socrate

Bollettino telematico di filosofia politica
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A. La costituzione di Atene

La demokratia ad Atene fu inventata per caso, fra il 509 e il 507 a. C. Atene aveva appena rovesciato la tirannide dei pisistratidi. L'aristocratico Clistene, della famiglia degli Alcmeonidi, si alleò col popolo per prevalere contro i gruppi gentilizi rivali, offrendogli in cambio la condivisione del potere.

La popolazione fu divisa in dieci tribù territoriali, da ciascuna delle quali si sorteggiavano annualmente 50 delegati. Questi, dopo un esame (dokimasia) entravano a far parte della Boulé, che fungeva da praesidium permanente dell'assemblea generale dei cittadini (ekklesia), alla quale erano affidate le decisioni legislaztive e esecutive fondamentali. Ciascun gruppo di cinquanta presiedeva l'assemblea per un decimo dell'anno.

L'accesso e l'elezione alle altre funzioni (arcontato, Areopago, Eliea) rimasero regolati dalle leggi di Solone. I membri dell'Eliea (tribunale popolare) e della Boulé cominciarono a ricevere, a partire dal 461-2, un gettone di presenza (misthophoria), che permise una effettiva partecipazione politica anche ai più poveri. 12

Dall'arconte polemarco dipendevano 10 strateghi (comandanti militari) eletti dall'assemblea popolare. Essendo gli strateghi rieleggibili, questa carica acquisì un'importanza politica crescente, soprattutto a partire dal 487, quando l'elezione mediante sorteggio fu estesa anche agli arconti. Pericle, per esempio, riuscì a dominare la vita politica ateniese per circa un trentennio facendosi rieleggere stratega di anno in anno.



[12] Aristotele, Const. Ath. 62.2


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